In un mondo sempre più volto alla omologazione di usi e costumi, riscoprire le proprie origini e le proprie tradizioni è sicuramente un modo per costruire un futuro su basi solide, perché è la percezione della nostra identità che ci consente di aggirarci fieri nel mondo che ci circonda. E quando la scuola invita gli allievi a tirar fuori dal “baule dei ricordi” l’immenso patrimonio identitario che appartiene al nostro dialetto, ecco che il cuore si riempie e gli occhi si illuminano. Quanta ricchezza e quanta saggezza dietro ogni segno, ogni canzone, ogni detto, ogni piatto …
La 3^I dal “baule” identitario ha tirato fuori l’antica leggenda di Cola Pesce, forse la leggenda più famosa e più iconica della Sicilia. La classe è stata divisa in gruppi di lavoro e c’è chi si è occupato di semplificare la leggenda e di tradurla in siciliano, chi ha inframmezzato brevi cori alla narrazione, rifacendosi alla ballata trovata sul web di Otello Profazio, chi ha imparato lo spartito per accompagnare il coro e chi, infine, ha creato con l’IA le immagini da far scorrere sulla Lim a corredo della leggenda. Tirar fuori un po’ di voce, data la timidezza diffusa, non è stato per niente facile, ma alla fine tutti gli sforzi sono stati ripagati.
Prof.re Cacioppo e prof.ssa Zafarana
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